Citopatologie

classificazione delle patologie



Citologia nasale nella rinite allergica

La citologia nasale nelle rinopatie allergiche Il paziente affetto da rinite allergica (R.A.), stagionale o perenne, se stimolato naturalmente, o mediante test di provocazione nasale specifico, sviluppa una risposta nasale immediata, cosiddetta early phase, ed una tardiva, denominata late phase. Dal punto di vista microscopico, tali risposte sono sempre caratterizzate da una infiltrazione mucosa di cellule immunoflogistiche (eosinofili, mastcellule, neutrofili e linfociti), che in seguito al rilascio di numerosi mediatori chimici, sono causa dei principali sintomi che caratterizzano la malattia IgE mediata (prurito, congestione nasale, rinorrea , starnutazione, lacrimazione ecc). Quando l’esposizione allergenica è di bassa intensità, ma persistente nel tempo, come è tipico delle riniti perenni (ad esempio da dermatofagoidi), si realizza quella condizione cellulare, definita “Flogosi minima persistente”, caratterizzata da una persistente infiltrazione di neutrofili e, solo in minima parte, da eosinofili. Raramente si riscontrano mastcellule ed importanti segni di degranulazione eosinofilo-mastocitaria. (fig.) Suddetta condizione cellulare, si traduce clinicamente, in una sintomatologia sub-cronica, che contraddistingue i pazienti affetti da queste forme perenni, dove i sintomi dominanti sono l’ostruzione nasale e la rinorrea mucosa. Nelle forme di R.A. stagionale, il rinocitogramma potrà modificarsi a seconda se il paziente verrà esaminato durante, oppure fuori dal periodo pollinico. Nella prima condizione, il paziente presenterà tutti i segni clinici della malattia: la citologia nasale sarà caratterizzata da neutrofili, linfociti, eosinofili e mastcellule, in gran parte degranulati (Fig.); di contro, se valutato al di fuori della stagionalità, presenterà chiaramente un “silenzio” sia clinico, sia citologico, specie se saranno trascorsi più di trenta giorni dal termine della pollinazione. In questi casi, per una diagnosi di certezza, occorrerà avvalersi o del test di provocazione nasale con allergene specifico, oppure rimandare lo studio citologico al periodo di massima pollinazione dell’allergene sospetto. Un dato interessante, nell’ambito delle riniti allergiche, è emerso nel corso di un nostro studio, nel quale è stato rilevato che i soggetti con rinite perenne e i pollinosici monosensibili, hanno presentano aspetti differenti, sia per quanto riguarda la concentrazione delle cellule immunoflogistiche, sia per i valori di resistenza nasale allo studio rinomanometrico. In particolare, i pollinosici hanno mostrato livelli più elevati di infiltrazione di cellule immunoflogistiche (eosinofili, neutrofili e mastcellule) ed un maggior aumento delle resistenze nasali. Oltre alle differenze nella tipologia cellulare, si sono riscontrate variazioni riguardanti il grado di degranulazione eosinofilo-mastocitaria, che variava a seconda del tipo di polline interessato (graminacee, parietaria, cipresso e olivo), con il maggior grado di degranulazione per i pollini appartenenti alla famiglia delle graminacee. I pazienti sensibili ad allergeni perenni (acari) hanno presentato un più alto numero di cellule mucipare (metaplasia mucipara), condizione tipica di tutte le infiammazione ad andamento cronico. L’eosinofilia nasale si riscontra nella patologia allergica in tutte le età; la presenza di batteri intra ed extracellulari è segno di infezione batterica sovrapposta (rinosinusite allergica). Studiando la citologia nasale in 1013 bambini (dati in fase di pubblicazione), di età compresa tra i primi mesi di vita e 13 anni, abbiamo rilevato la presenza di patologie immunoflogistiche sin dalla tenera età (pochi mesi di vita), dove sia la clinica, sia gli esami allergologici (Prick test), non erano ancora dirimenti per una determinata patologia. Inoltre, lo studio ci ha permesso di evidenziare, sempre in questa fascia di età, la presenza di rinopatie non IgE mediate, quali: NARES, NARMA, NARNE e NARESMA. (patologie trattate in apposito capitolo)

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