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Il macrofago

Generato nel midollo osseo come monocita, il macrofago viene riversato nel circolo sanguigno, e da qui migra nei tessuti per giungere a maturazione. È una cellula a vita prolungata, stimabile nell’ordine di alcuni mesi. Nei tessuti normali, vive generalmente in una condizione di riposo funzionale, ma è in grado di attivarsi per espletare numerose funzioni. Nel corso di eventi infiammatori si assiste al tessutale di monociti circolanti: tale reclutamento è generalmente cospicuo in caso di situazioni infiammatorie croniche, comprese quelle sostenute da microrganismi difficilmente digeribili da parte dei neutrofili, quali i cosiddetti batteri a vita intracellulare. Il macrofago ha forma tondeggiante, un nucleo tendenzialmente reniforme e citoplasma ampio, all’interno del quale si osservano vacuoli digestivi contenenti detriti cellulari o batteri (Figura). Tutti i macrofagi, sia quelli residenti nel connettivo dei tessuti (comprese le vie respiratorie), sia quelli maturati dai monociti reclutati in loco durante risposte infiammatorie, sono dotati di diverse possibilità funzionali. Durante i processi infiammatori ne espletano almeno quattro. 1) La prima funzione è di tipo fagocitico: il macrofago è dotato di vari enzimi digestivi, simili ma non identici a quelli dei neutrofili, e del complesso enzimatico NADPH ossidasico virtual- mente uguale a quello dei neutrofili. La sua attività microbicida viene svolta all’interno del vacuolo fagocitico ed è particolarmente potente quando la cellula è attivata da determinate citochine, come l’interferongamma (IFNγ). 2) La seconda funzione è rappresentata dalla capacità di elaborare gli antigeni, compresi i microrganismi, in parte digerendoli per generare polipeptidi da associare a molecole codificate dal sistema di istocompatibilità (HLA). Il riconoscimento da parte dei linfociti T di tali complessi molecolari (antigene elaborato, associato a molecole HLA), espressi dal macrofago in su- perficie, è un evento fondamentale per l’attivazione delle risposte immunitarie. 3) La terza funzione è di tipo ecologico: i macrofagi sono le principali cellule incaricate della clearance di particelle o microrganismi inalati che raggiungano gli spazi alveolari. Si ritiene che un macrofago provveda alla normale pulizia di almeno 3 alveoli. I macrofagi sono anche responsabili della ripulitura del tessuto in cui è avvenuta la risposta infiammatoria: infatti, sono in grado di riconoscere e fagocitare detriti cellulari e cellule senescenti, inclusi i neutrofili e loro frammenti. 4) La quarta funzione esercitata dai macrofagi è rappresentata dall’attività secernente, che permette, tra l’altro, di condizionare l’evoluzione dell’infiammazione attraverso la sintesi e la liberazione di numerose molecole (tra queste anche diverse citochine: IL-1, IL-8, TNFα, GM-CSF ecc.). Un dato importante è la scarsa presenza di macrofagi nella mucosa nasale. Un'ipotesi potrebbe essere quella che la presenza del sistema muco-ciliare sostituirebbe la funzione di clearance dei macrofagi, contrariamente a quanto accade a livello alveolare.

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