classificazione delle patologie
Nel 1879 Paul Erlich, studiando le caratteristiche dell’anilina come colorante per gli strisci di sangue periferico, osservò che un particolare leucocito, dotato di granuli citoplasmatici, si legava avidamente ai coloranti acidi, e, poiché tali granuli dimostravano un’affinità ancora più marcata per l’eosina, un colorante rosso-arancio (nella mitologia greca Eos era la Dea dell’alba), egli coniò il termine eosinofilo (Figigura). Gli eosinofili, leucociti postmitotici della linea mieloide, sono prodotti nel midollo osseo sotto l’influenza dei fattori di differenziazione IL-1, IL-3, IL-5 e GM-CSF. Dopo aver stazionato nel midollo osseo per circa 4 giorni, si trasferiscono nel sangue periferico, in cui hanno un’emivita inferiore a 1 giorno, attraversano le giunzioni intercellulari endoteliali per diapedesi e migrano nei tessuti; ne consegue che le alterazioni della permeabilità vascolare possono influenzare notevolmente la capacità degli eosinofili di infiltrare i tessuti, contribuendo alla patogenesi di varie sindromi cliniche. Nel soggetto sano, a livello ematico, la percentuale di eosinofili è dell’ordine dell’1-6% della popolazione leucocitaria totale, ma sia in patologie allergiche, sia in patologie extra-allergiche (parassitosi, infiammazioni croniche, alcune neoplasie, patologia polmonare, NARES ecc.) può raggiungere valori superiori al 15-30%. Dal punto di vista morfologico, gli eosinofili hanno similitudini strutturali con altri granulociti. Nella forma matura presentano dimensioni lievemente maggiori dei neutrofili (9 μ di diametro a fresco, 12-15 μ negli strisci per effetto della distensione). Il nucleo, privo di nucleolo, è lobato ma meno polimorfo di quello dei granulociti neutrofili, che presentano raramente meno di 2-3 lobi, e la cromatina è solitamente eterocromatica (Figura). Recenti studi hanno messo in evidenza le particolari funzioni della Proteina Cationica Eosinofila (ECP); essa avrebbe come peculiarità quella di attaccare le giunzioni intercellulari desmosomiali, esponendo la mucosa, (non solo nasale, ma di tutto l’albero respiratorio), ad agenti chimici, fisici e infettivi. Tale condizione è molto più evidente in alcune forme accompagnate da asma. Le cellule che subiscono questa scissione intercellulare vanno a formare i cosiddetti "Corpi di Creola", riscontrati per la prima volta in un soggetto deceduto per crisi di asma acuta grave. La durata della vita degli eosinofili non è ancora stata studiata approfonditamente: è probabile che oscilli tra 2 e 5 giorni, a seconda del tipo di tessuto.
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