classificazione delle patologie
La cellula ciliata costituisce il citotipo più differenziato e maggiormente rappresentato tra quelli della mucosa nasale (ne ricopre infatti l’80%). Il rapporto numerico tra cellule ciliate e cellule caliciformi mucipare è di 5 a 1 e aumenta a mano a mano che si procede verso i tratti distali delle vie aeree inferiori, dove può raggiungere un picco di 100-200 a 1. La cellula ciliata si intercala a cellule non ciliate e a dotti ghiandolari sub-mucosi. Di forma poligonale allungata, alta da 15 a 20 μ, presenta un nucleo disposto a varia altezza rispetto alla membrana basale, tanto da conferire alla struttura epiteliale mucosa la tipica immagine microscopica pluriseriata. La superficie apicale è costituita da circa 100-250 ciglia di altezza variabile (10-15 μ) e diametro di 0,2 μ, e da numerosi microvilli (300 circa). A un ingrandimento microscopico di almeno 400x, si può riconoscere la parte apicale, sede dell’apparato ciliare, un corpo ben rappresentato che comprende gran parte del citoplasma, e il nucleo; infine, si può distinguere la regione basale, che potremmo definire il “piede” della cellula ciliata (figura) Una ricerca da noi effettuata ha evidenziato che all’interno del citoplasma di cellule colonnari ciliate, colorate con la tecnica di May-Grünwald- Giemsa, subito al di sopra del nucleo, è presente una stria ipercromatica, da noi denominata Stria Ipercromatica Sovranucleare (SIS) (Figura). Tale stria è selettivamente presente in cellule non interessate da alterazioni cellulari (sia del nucleo, sia del citoplasma e dell’apparato ciliare) e rappresenta quindi un indice diretto di integrità cellulare. A conferma di ciò è stata rilevata una riduzione statisticamente significativa della percentuale cellule con stria positiva (SIS+) nelle rinopatie vasomotorie, infiammatorie e infettive, e si è riscontrato che tale percentuale si correla alla gravità della patologia. Secondo alcune ipotesi, la stria potrebbe essere l’espressione tintoriale dell'apparato del Golgi (sono in corso, a tal riguardo, ricerche con microscopio elettronico e studi di biochimica cellulare): essa appare infatti ben evidente nelle cellule metabolicamente attive, mentre scompare in quelle affette da sofferenza cellulare.
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