La citologia nasale nella ipertrofia dei turbinati
L’ipertrofia dei turbinati è sempre l’espressione fisiopatologica di una precisa malattia nasale, a volte non diagnosticata o, ancor peggio, non ricercata. Pertanto, qualsiasi approccio chirurgico sui turbinati, senza una mirata diagnosi rinologica, e il relativo programma terapeutico, è destinato, in un tempo più o meno variabile (a volte di soli pochi mesi), al fallimento terapeutico, che è sempre causa di insoddisfazione sia del chirurgo che, principalmente, del paziente.
Essendo numerose le rinopatie ad espressione “ipertrofica” moltepici sono anche le situazioni che portano l’ORL a considerare valide determinate procedure chirurgiche sui turbinati, sicuramente favorite anche da nuovi ed “accattivanti” dispositivi chirurgici, sempre più tecnologicamente avanzati (laser, radiofrequenza, ecc).
Il Rinologo, prima di effettuare una qualsiasi procedura chirurgica, deve sempre considerare che interverrà su una regione anatomica altamente differenziata (epitelio ciliato), regolata da un sistema neurovegetativo (orto-parasimpatico) finemente equilibrato, ma allo stesso tempo vulnerabile, con competenze immunologiche avanzate (NALT - Nose-Associated Lymphoid Tissue) tanto da configurarsi come “organo di shock”, e dalle innumerevoli funzioni (sensoriale, filtrazione, sterilizzazione, umidificazione, riscaldamento, risuonatore, ecc) che rendono, suddetta regione, unica nel suo genere, il cui buon funzionamento è requisito essenziale sia per il benessere di tutto il sistema respiratorio, sia per la qualità di vita del paziente. Pertanto, tale regione va sempre rispettata e salvaguardata.
La chirurgia “riduttiva” dei turbinati sarà consigliata ogni qualvolta la terapia medica si dimostrasse non risolutiva sul controllo della congestione/ipertrofia dei turbinati (“punto di non ritorno”), specie quando, tale struttura, presenterà all’esame obiettivo endoscopico, consistenza molle ed aspetto prolassato, ed i dati rinomanometrici, indicheranno resistenze ventilatorie elevate, sia alla prova di base, sia dopo test di decongestione farmacologica.
L’intervento chirurgico, sempre con approccio sottomucoso, e nel pieno rispetto l’epitelio mucoso ciliato e, quindi, delle sue specifiche funzioni (clearance muco-ciliare, immunologia, ecc), non rappresenta il “Glold standard”, essendo specifico, per le forme "Vasomotorie", il trattamento farmacologico, che dovrà iniziare subito dopo l’atto chirurgico, al fine di scongiurare, come spesso accade, reiterati interventi a carico dei turbinati.